sabato 30 novembre 2013

SCOPERTO IL BAZAR DELLA DROGA DEI RAGAZZI


Marijuana per i giovani nascosta tra gli scaffali del market etnico: droga già divisa in dosi, per tutti i gusti e per tutte le tasche. I carabinieri della stazione di Prato della Valle hanno sequestrato quasi due chili di “erba” all’interno del negozio Eyotor Trading di via Piacentino 5. I titolari nigeriani l’avevano piazzata tra il registratore di cassa e la culla del figlioletto di dieci mesi. È la prosecuzione dell’indagine denominata “Scialla” che aveva portato all’arresto di una gang di minorenni particolarmente attivi nel mercato cittadino della droga.
Arrestato a 18 anni. L’attività dei carabinieri, coordinati dal luogotenente Giancarlo Merli, ha avuto un’accelerazione con l’arresto fatto mercoledì sera. In manette è finito G. D. diciottenne da pochi giorni. Il giovane è stato fermato in via Aspetti con 33 grammi di marijuana. I militari dell’Arma avevano già forti sospetti sullo spaccio di droga al market di via Piacentino: la conferma è giunta con la confessione del giovane.
Il blitz. Gli investigatori in borghese hanno organizzato vari servizi di osservazione, fino al blitz conclusivo giovedì pomeriggio. Prima di entrare hanno fermato un gruppo di adolescenti con 14 grammi appena acquistati. A quel punto il negozio di via Piacentino è stato ispezionato da cima a fondo. I titolari, marito e moglie nigeriani, avevano nascosto la droga tra il registratore di cassa e la culla del loro figlio. La marijuana era già divisa in dosi da 1, 2, 5, 10 e 15 grammi, in modo da accontentare tutti i clienti. Il locale, di circa 90 metri quadrati, è stato sottoposto a sequestro preventivo. In manette sono finiti Christopher Omorowa Okao, 47 anni e la moglie Faith Omorowa Okao, 40 anni. L’ufficio Igiene dell’Usl 16 è stato chiamato in causa per un’ispezione, visto che alcuni alimenti non sembravano conservati nel migliore dei modi.
L’indagine. I carabinieri hanno sequestrato anche un tablet Samsung, con cui probabilmente venivano tenuti i contatti con i giovanissimi, utilizzando le nuove forme di messaggistica istantanea come il famoso WhatsApp: circostanza che crea non poche difficoltà agli investigatori con i tradizionali sistemi di intercettazione telefonica.


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