martedì 31 dicembre 2013

AUGURI DI BUON 2014


venerdì 27 dicembre 2013

22 chili di droga nel camper, altro che turisti



Ispica - Un carico di tutto rispetto. 22 chili di droga, nascosti, e scoperti dagli agenti della polizia di Stato di Ragusa, dentro un camper. 


La scoperta nel tardo pomeriggio della giornata di Natale. Arrestati i due occupanti, un italiano ed una ucraina, N. C. e A. S. entrambi residenti a Modica, che nascondevano nella stufa interna del mezzo 22 involucri, con altrettanti kg di droga.

Per eludere i controlli antidroga, gli involucri erano stati prima avvolti con pellicola trasparente e poi cosparsi con grasso e gasolio.

per sviare il fiuto dei cani antidroga, i due portavano con loro un cane.

I due provenivano dall’estero e portavano il carico di droga per il mercato siciliano: l’accusa è di traffico internazionale e detenzione ai fini di spaccio di droga.

22 chili di droga nel camper, altro che turisti!

venerdì 20 dicembre 2013

TESTIMONIANZA DI UN EX TOSSICODIPENDENTE

Mi chiamo Beppe, e sono nato a Cremona in una famiglia di sani principi, dove mi hanno insegnato a frequentare buone amicizie ed essere educato con le persone che mi stavano vicino. Fino all'età di tredici anni sono stato sempre ubbidiente, ascoltando i consigli dei miei genitori. All'età di quattordici anni con alcuni amici cominciai a frequentare l'ambiente delle discoteche, a bere e quasi sempre dopo queste uscite quasi sempre tornavo a casa alle due o alle tre del mattino, ubriaco e sconvolto. Nello stesso tempo lavoravo in un panificio dove conobbi altri ragazzi con i quali cominciai a fumare marijuana e per molti anni sono andato avanti così, bevendo e fumando. I miei genitori non sapevano nulla perché mi nascondevo il più possibile e non mi aprivo mai con loro.

Nel 1974, il grande salto, con alcuni amici cominciammo a fare uso di eroina. Ricordo ancora la prima dose che mi fu presentata, eravamo in un giardino, e un mio amico sciolse la roba nel cucchiaino. Ricordo ancora le sue parole mentre mi chiedeva di porgergli il braccio. Era la prima volta che mi bucavo e avevo meno di 17 anni. Cominciai così a cercare soldi in casa mia per procurarmi l'eroina. Mio padre ben presto venne a sapere che facevo parte di un gruppo di ragazzi che giravano insieme per andare a rubare. Così un giorno venne da me e mi disse: "È vero che tu fai uso di eroina?" Io cercai in tutte le maniere di negare l'evidenza perché avevo paura di mio padre e gli raccontavo un sacco di frottole, fino a che un giorno venne verso di me, mi alzò le maniche della camicia, e vide le mie braccia segnate dalle siringhe che usavo. Mi pose delle condizioni: se volevo continuare a vivere in casa dovevo smettere di bucarmi, altrimenti avrei dovuto prendere la mia strada. Decisi di lasciare la mia casa e andai a vivere con un mio amico che al tempo spacciava droga.
Era una casa dove c'era un via vai di tossicodipendenti che veniva sia per comprare che per bucarsi. Mi inoltrai in quella strada che non abbandonai se non dopo 10 anni, facendo cose assurde, continuando a rubare e finendo anche in carcere. Lì dentro avevo molto tempo e cominciai a riflettere domandami che cosa stavo facendo della mia vita, il dispiacere provocato ai miei genitori, ecc... Ma neanche questo riusciva a fermarmi, continuavo ad usare eroina nonostante tutto, arrivai fino al punto di raccogliere siringhe per la strada, ero completamente stravolto e un giorno mi trovai mezzo morto, buttato sopra un marciapiede. Ricordo ancora quando venne l'ambulanza a prendermi, per portarmi in ospedale, pensai: "questa volta muoio". Quando mi risvegliai mi arrabbiai con gli infermieri dicendo: "Ma cosa mi avete fatto, io stavo così bene dove mi trovavo". Mi avevano tolto lo sballo e mi avevano rimesso in sesto. Cominciai a gridare e a battere i pugni sul tavolo. Scappai dall'ospedale e tornai per la strada, la mattina seguente ero di nuovo in cerca di eroina. Alle volte non mangiavo per due giorni, ero così legato e immerso nella droga che arrivai a pesare 45 chili, ogni giorno dovevo recuperare dalle 200 alle 300 mila lire per soddisfare il mio bisogno. Per 10 anni questo è stato il mio incubo.

Mio padre diverse volte ha cercato di venirmi incontro, e una volta mi portò in ospedale per farmi disintossicare, ma quando uscivo tornavo a fare quello che facevo prima, e pensavo che ormai quella fosse la mia vita. Un giorno, mi trovavo in un giardino di Milano ed ero seduto su una panchina pensando a come potevo far soldi, perché stavo male e avevo bisogno della mia dose giornaliera. Due ragazzi si avvicinarono a me e mi invitarono ad andare con loro in una comunità. Io dissi loro che avevo ormai provato con ogni mezzo ad uscirne, ma niente aveva potuto aiutarmi. Poi decisi di di seguire il consiglio, quando arrivai vidi dei ragazzi che avevano fatto la mia stessa esperienza e mi raccontarono cose meravigliose di come erano stati trasformati e perdonati da ogni peccato. Il responsabile della comunità mi disse che Gesù avrebbe potuto cambiare anche la mia vita, mi disse che c'era speranza anche per me e da quella sera stessa decisi di andare a vivere in questa comunità, che attualmente sta aiutando molti giovani. Una sera, proprio in questa comunità, gridai a Dio chiedendogli di perdonarmi i miei peccati, e Dio lo fece, dandomi la gioia di vivere. Ora io posso affermare che Dio è fedele perché mi conduce avanti superando ogni difficoltà. Dio è potente, può veramente cambiare il cuore dell'uomo.

Forse questa soluzione ti sembrerà semplicistica e inadeguata ma è l'unica strada per uscire fuori dalla morsa della droga.

lunedì 16 dicembre 2013

MIO FIGLIO SI DROGA E NON POSSO AIUTARLO



TRENTO - Mamma G., con il volto rigato dalle lacrime e un filo di voce, lancia il suo ultimo appello. Dopo essersi rivolta ai carabinieri, alla polizia e al tribunale dei minori non sa più a chi chiedere aiuto. Un aiuto non per sè, ma per suo figlio sedicenne, tossicodipente.



Lei e il marito, dal quale è separata, vorrebbero che il ragazzo entrasse in una comunità di recupero. Lui, però, non vuole e secondo il giudice - dice - questa è una condizione necessaria per l'ingresso. «In pratica - racconta - io che sono sua madre mi ritrovo ad avere le mani legate e a non poterlo aiutare. Mi dicono che sono responsabile, ma non posso scegliere per lui. Mi dicono che deve toccare il fondo, ma cosa vuol dire? Che devo trovarlo morto oppure che deve fare del male a qualcuno?».


E purtroppo un assaggio di ciò che potrebbe succedere G. l'ha avuto la scorsa settimana. Suo figlio è rientrato a casa mentre lei era al lavoro. Voleva soldi per comprarsi droga e ha trovato davanti a lui la sorella 21enne, studentessa universitaria. L'ha minacciata, schiaffeggiata e la madre dice di essere arrivata appena in tempo. «Mia figlia non respirava più dalla paura. È stata portata in ospedale e solo dopo si è capito che la mancanza di respiro era dovuto allo spavento che aveva preso».


Mamma G. è anni che «combatte» con questo figlio. «Ha sempre avuto un carattere difficile. Molto sensibile, molto fragile. Alle medie ci sono stati i primi segnali che qualcosa non andava e avevo chiesto aiuto a psicologi e servizi sociali, ma poco è stato fatto», racconta. Era il periodo delle «canne», della ribellione e già a quel punto G. si rese conto che da sola non poteva farcela contro quel figlio ribelle, smarrito.


«Insieme al giudice stabilimmo che per lui era opportuno stare in una casa famiglia. Ci è rimasto per sette mesi. Ci sentivamo ogni giorno, ci vedevamo più volte in settimana, ma quando è uscito, in novembre, le cose andavano peggio di prima. Lì aveva troppe libertà, aveva stretto cattive amicizia e iniziato a drogarsi pesantemente.



«A quel punto alla casa famiglia non l'hanno più accettato. È stato preso in carico dal Sert e ogni giorno andava a prendere il metadone. Per qualche mese è stato tranquillo anche se vederlo dormire tutto il giorno, spostarsi dal letto al divano senza riuscire a combinare niente era una sofferenza. Qualche settimana fa le cose sono ancora cambiate. È tornato ad avere bisogno di soldi, probabilmente a drogarsi e per questo non posso sopportare di rimanere con le mani in mano. Voglio aiutarlo in qualche modo, ma non me ne danno la possibilità. In più ho paura, per me e per l'altra figlia perché in certi momenti proprio non ragiona. Vuole i soldi per comprarsi la roba e non vuol sentire i nostri discorsi. Dice che la droga lo fa stare bene come niente altro e per questo non vuole smettere», racconta G. ricordando le tante volte che ha dovuto chiamare anche i carabinieri o l'ambulanza per calmare le sue ire o le sue crisi di astinenza.


«Io non voglio che lui si rovini definitivamente la vita, ma mi trovo con le mani legate e a casa non ho la forza di contenerlo, come non ce l'ha il mio ex marito. Per questo, concordiamo nel ritenere che avrebbe bisogno di entrare in una struttura ma fino ad ora tutte le nostre richieste sono cadute nel vuoto. Non so più cosa fare e temo che prima o poi possa accadere qualcosa di brutto. Da mamma non posso stare ferma aspettando che accada. Sono consapevole anche del fatto che se arrivasse a farci del male non se lo perdonerebbe mai».
COCAINA

venerdì 13 dicembre 2013

Palermo, in casa droga e scanner per la ricerca di microspie: arrestato



Nascondeva in casa droga, scanner per la ricerca di microspie e polizze assicurative in bianco. A scoprirlo sono stati i carabinieri di Palermo, che hanno arrestato I. M. 49 anni, residente nel quartiere Zisa.

L’uomo dovrà rispondere di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione illegale di armi bianche. I militari, nella sua abitazione, nascosti dietro la specchiera a parete del bagno, hanno scoperto tre dosi di cocaina.

Il 49enne è stato allora perquisito e trovato in possesso di una chiave, che apriva la porta d’ingresso di un’abitazione attigua, utilizzata come deposito. Al piano terra a pochi passi dall’ingresso, c’era una cassetta di metallo con 24 dosi termosaldate di cocaina, 20 dosi di marijuana e la somma di 115 euro, ritenuta provento dell’attività delittuosa.

Giunti al primo piano, c’era una grossa cassa di metallo che conteneva 139 dosi di marijuana, un piccolo cubo presumibilmente di cocaina dura chiusa in cellophane ed altri 6 involucri contenenti cocaina. Al secondo piano, in un cassetto del mobile della cucina, sono stati trovati un panetto di hashish e numerose stecchette sfuse di diverse misure pronte per lo spaccio, 4 bilancini di precisione, un bilancino in ottone, rotoli di alluminio e cellophane bustine di plastica trasparente, coltelli di vario genere intrisi di sostanza stupefacente, ed altro materiale per il confezionamento.

Su di un tavolo al centro della stanza c’era un localizzatore di segnali per la ricerca di microspie a 5 led, varie pagine manoscritte e un block notes riportanti cifre in euro e numeri riconducibili presumibilmente alla contabilità della vendita della droga, un foglio manoscritto riportante l’avviso “Sono a coprare sigarete” (sono a comprare le sigarette) utilizzato verosimilmente per avvertire gli acquirenti della sua momentanea assenza. Infine, sono stati trovati 22 moduli di certificati assicurativi per veicoli di una nota compagnia assicurativa nazionale in bianco, una baionetta militare dalla lama lunga 30 centimetri ed una katana dalla lama lunga 66 centimetri.
carabinieri

domenica 8 dicembre 2013

MOVIDA SORVEGLIATA SPECIALE 10 ARRESTI

Da Trastevere all'Eur dieci arresti per droga sabato 7 dicembre 2013

 Da Trastevere all'Eur dieci arresti per droga sabato 7 dicembre 2013„I militari hanno passato al setaccio il centro, Trastevere, Eur, Pigneto, San Pietro e ovviamente Campo de Fiori, ma anche Termini, San Lorenzo, Monti, Tor Tre Teste e Montespaccato. Sequestrate centinaia di dosi di droga



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Dieci arresti, una persona denunciata, centinaia di dosi di marijuana e alcuni grammi di eroina sequestrati. E' il bilancio dell'operazione dei carabinieri del Gruppo di Roma nelle zone della movida, sempre 'sorvegliata speciale'. I militari hanno passato al setaccio il centro, Trastevere, Eur, Pigneto, San Pietro e ovviamente Campo de Fiori, ma anche Termini, San Lorenzo, Monti, Tor Tre Teste e Montespaccato. 

A finire in manette sono stati, in particolare, 8 giovani pusher di varie nazionalità (tre italiani, un senegalese, un nigeriano, uno cittadino della Guinea, un colombiano e un ivoriano) di età comprese tra i 17 ed i 26 anni. Centinaia le dosi di marijuana sequestrate dai carabinieri, oltre ad alcuni grammi di eroina, pronte ad essere vendute al popolo della notte in cerca di sballo. 

Cinque sono, invece, i clienti degli spacciatori che sono stati segnalati all'Ufficio Territoriale del Governo in qualità di assuntori di droga. Nei guai è finito anche un marocchino di 31 anni, nella Capitale senza fissa dimora, che in via Turati ha tentato di scippare la borsa a una turista tedesca. La refurtiva è stata recuperata e restituita alla donna. 

Un algerino di 39 anni, invece, è stato arrestato durante un controllo scattato in via Macerata, a seguito del quale è risultato essere gravato dall'ordinanza di revoca dell'obbligo di firma a cui era sottoposto con il ripristino della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma il mese scorso.

Da Trastevere all'Eur dieci arresti per droga sabato 7 dicembre 2013
Infine, un 36enne romano, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, è stato bloccato in piazzale del Verano mentre scorrazzava a bordo di uno scooter 125 risultato rubato. Durante l'operazione sono state identificate più di 100 persone e controllati 53 veicoli.


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martedì 3 dicembre 2013

Raffineria di droga nascosta nel piano terra di un bar

Una stanza segreta, accessibile solo da una botola, nel piano sotterraneo di un bar di via dei Mille a Sesto San Giovanni. L'hanno scoperta i cani delle unità cinofile della polizia locale di Milano con l'aiuto dei carabinieri di Vimodrone e del comando di compagnia di Sesto San Giovanni. In quel covo nascosto si raffinava droga, sono stati infatti sequestrati 150 grammi di cocaina, 50 grammi di hascisc e 300 euro in contanti, più diversi utensili che si utilizzano per impacchettare e tagliare le sostanze stupefacenti.
Raffineria di droga nascosta nel piano terra di un bar di Sesto San Giovanni
Le forze dell'ordine hanno fatto la scoperta dopo aver fermato un 42 enne, appena uscito dal bar con addosso della droga. A quel punto sono entrati in gioco i cani che hanno ripetutamente indicato il pavimento del bancone. È bastato spostare il mobile e si è scoperta la botola. Il proprietario del bar, un 44 enne senza precedenti, è stato immediatamente arrestato.



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domenica 1 dicembre 2013

Il pericolo di contagio Hiv tra gli adolescenti

Secondo il nuovo rapporto “Towards an AIDS-free generation- Stocktaking Report on Children and AIDS 2013″ diffuso oggi dall`Unicef, sono stati fatti grandi progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile del virus dell`Hiv: oltre 850.000 le nuove infezioni infantili scongiurate tra il 2005 e il 2012 in paesi a basso e medio reddito.

GLI ADOLESCENTI E L’HIV – Tuttavia, il Rapporto lancia l`allarme sugli adolescenti e sulla necessità di un maggiore impegno a livello globale e nazionale per questa fascia di età molto vulnerabile all`HIV e all`AIDS. «Oggi, anche se una donna incinta è sieropositiva non significa che il suo bambino debba avere lo stesso destino e che lei non possa condurre una vita sana», ha detto il Direttore generale dell`UNICEF Anthony Lake. Alcuni dei più importanti risultati sono stati registrati in paesi ad alta presenza di HIV nell`Africa subsahariana. Tra il 2009 e il 2012 i nuovi contagi tra i bambini sono diminuiti del 76% in Ghana, del 58% in Namibia, del 55% in Zimbabwe, del 52% in Malawi e Botswana e del 50% in Zambia ed Etiopia. Nel 2012, il 62% delle donne incinte sieropositive nei 22 paesi che registrano il più alto tributo di HIV hanno ricevuto servizi per prevenire la trasmissione da madre a figlio.

I BAMBINI SIEROPOSITIVI - Il nuovo rapporto inoltre sottolinea che per avere una generazione libera dall`AIDS, molti più bambini che convivono con l`HIV devono ricevere medicine antiretrovirali. Nel 2012, solo il 34% dei bambini sieropositivi in paesi a basso e medio reddito hanno ricevuto le cure di cui avevano bisogno, comparato con il 63% degli adulti. Così come si stima che, nello stesso anno, 210.000 bambini sono morti a causa di malattie correlate all`AIDS. Senza cure, un terzo dei bambini che vivono con l’HIV morirà prima di compiere un anno, e la metà morirà prima di compierne due. Progressi importanti sono stati registrati nel campo della prevenzione di nuove infezioni da HIV tra i bambini piccoli rispetto agli adolescenti. Nel 2012 sono stati registrati circa 260.000 nuovi contagi di bambini tra 0 e 14 anni, nel 2005 erano 540.000. (TMNews)
Il pericolo di contagio Hiv tra gli adolescenti